lunedì 31 marzo 2014

Malattie dell’orto. L’oidio o mal bianco

Malattie dell’orto.  L’oidio o mal bianco

Le malattie fungine (crittogamiche) più frequenti nell’orto sono la peronospora e l’oidio, detto anche mal bianco, muffa bianca, nebbia, albugine. La peronospora si combatte con prodotti a base di rame, mentre per l’oidio l’arma decisiva è lo zolfo.

Esistono in commercio numerosissimi prodotti a base di zolfo (o anche zolfo ramato) ma quando l’attacco non è troppo prepotente si può ricorrrere a metodi naturali.

Attenzione però, nessun metodo è curativo: quindi una pianta ammalata non guarirà mai. E’ possibile recuperarla eliminando tutte le parti infette e trattando le parti sane a scopo preventivo. Ovviamente però se l’infezione è troppo avanzata, non  esiste altro rimedio che sradicare la pianta e smaltirla ben lontano dall’orto per evitare che le spore si disperdano sul terreno.

Foglie di salvia su cui sta comparendo la muffa bianca
 

L’oidio è un fungo parassita che si diffonde rapidamente creando un feltro di colore biancastro e di aspetto pulverulento. Colpisce tutte le parti della pianta: le foglie, i germogli ed i frutti. Questi arrestano la crescita, decolorano e ammuffiscono. L’oidio attacca tutti gli ortaggi, ma in modo particolare le cucurbitacee, zucchine e cetrioli.

La propagazione avviene attraverso spore che possono essere veicolate anche dal vento, ma in genere dalla temperatura moderata (il massimo della diffusione avviane quando latemperatura si aggira ttorno ai  22 gradi) e dalle condizioni umide in cui si trova la pianta. Per la verità, tutte le malattie crittogame si sviluppano con particolare virulenza in presenza di condizioni climatiche umide  e scarsa ventilazione.

 
Pianta di zucchini che può essere recuperata eliminando tutte le foglie con segni di muffa e trattando le altre con zolfo.
 

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L’orto classico è sempre stato coltivato su aree di terreno concimate ogni anno, ripetutamente, tramite l’aggiunta di concimi organici, come le deiezioni animali. Per questo, quando si parla di terra da orto, si intende una terra ben grassa e fertile. Purtroppo negli ultimi decenni diversi fattori hanno fatto sì che gli ortaggi venissero coltivati in terreni sempre meno fertili: da qui l’esigenza di aggiungere elementi nutritivi a base di concimi chimici. Anche nei piccoli orti domestici diventa sempre più difficile fornire annualmente le dosi minime necessarie di concimi organici, per diversi motivi quali i problemi di gestione pratica e igienica degli stallatici, la difficoltà di reperimento dovuta alla rarefazione delle stalle e, nelle zone più abitate, i problemi di convivenza con il vicinato. Gli ortaggi sottraggono grandi quantità di nutrimento al terreno, la cui fertilità va integrata ad ogni nuova coltivazione; dunque, oltre a soffermarsi sulla concimazione organica, questo libro esplora anche le tecniche di concimazione chimica.

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Prevenire l’oidio

Una prima prevenzione la si attua rispettando le distanze di impianto e lasciando spazio tra le piante, in modo che l’aria circoli. Nel  caso dei pomodori, peperoni e melanzane, eliminare tutte le foglie in basso che potrebebro venure a contatto con il terreno. Inoltre sfogliare le piante troppo ricche di foglie che impediscono il passaggio di aria e luce tra la chioma. Per i zucchini, eliminare le vecchie foglie al di sotto della zona fruttifera. Si consiglia di innaffiare a scorrimento, oppure, se si vuole innaffiare a pioggia, farlo alla prima alba e non la sera, quando l’acqua rimane sulle foglie per tutta la notte. Inoltre, sostenere con canne o reti gli ortaggi più alti.

 
Pianta di zucca ormai compromessa dalla malattia.
 

COMBATTERE L’OIDIO

Per la lotta all’oidio si utilizzano prodotti a base di zolfo, anche con più applicazioni nel corso del ciclo produttivo della pianta.  In agricoltura biologica l’uso dello zolfo è consentito.

  Lo zolfo agisce per contatto. Il trattamento deve essere diffuso uniformemente su tutta la superficie da proteggere. A tal fine sono da preferire i trattamenti liquidi a quelli in polvere.  Nell’usare lo zolfo bisogna fare attenzione alla temperatura. Sotto i 18 gradi non produce effetto, sopra i 30 può essere tossico per la pianta.

Lo zolfo non è tossico rispetto gli animali domestici (cani e gatti) e non penetra negli ortaggi, per cui è sufficiente un buon lavaggio per eliminarlo completamente. Viceversa alcuni antioidici di sintesi  reperibili sul mercato possono accumularsi sui prodotti e vanno usati solo in caso di estrema necessità.

Lo zolfo in polvere va distribuito sulle piante con un soffietto, all'alba presto quando le foglie sono ancora umide di rugiada.

 

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L’antica abitudine di coltivare un orto sta tornando di grande attualità. Dopo qualche decennio trascorso nella illusione di un consumismo facile senza prezzi da pagare, ci stiamo accorgendo che alcuni prezzi ci sono: la rinuncia alla genuinità dei cibi e una totale subordinazione a un sistema produttivo di cui non si conoscono i meccanismi. L’orto come lo si intende oggi non è solo una piccola fonte di reddito, ma soprattutto una nuova filosofia di vita, un metodo sano per recuperare il giusto rapporto con la natura, con la terra e con il cielo. Purtroppo, molte conoscenze sono andate perse, e oggi non esistono scuole né insegnanti in grado di trasferire cognizioni non accademiche, ma pratiche, a chi vuole incominciare.
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Naturalmente come già detto, prima di irrorare la pianta bisogna rimuovere tutte le foglie già colpite perché lozolfo ha potere preventivo, non curativo. Irrorare tutte le parti della pianta, anche lo stelo principale e le parti inferiori delle foglie.

 

Se poi si vogliono usare metodi casalinghi e materiali più facilmente reperibili rispetto allo zolfo,  nei casi in cui l’infezione è ancora leggera si possono usare i seguenti prodotti:

Bicarbonato o aceto: un cucchiaio abbondante di bicarbonato o di aceto, disciolto in un litro e mezzo di acqua.

Acqua ossigenata: Spruzzare senza diluizione su piante già cresciute.

Latte: diluito  al 50% con acqua, spruzzare ogni 3-4 giorni. Il latte ostacola l’adesione del fungo alla pianta.

Macerato di equiseto: fate macerare in 10 litri di  acqua fredda per due giorni 500 grammi di equiseto. Filtrate e spruzzate sulle piante.

 

 

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